Maria Pia si dedica instancabilmente alla decorazione degli interni di Palazzo di Ajuda. Alla sua morte, a seguito dei pegni, la maggior parte dei gioielli personali si trovano nelle casseforti del banchiere Bournet, che le vendette indicendo una grande asta pubblica. Qui l’inventario dei gioielli della Regina Maria Pia.
Purtroppo la salute mentale di Maria Pia tracolla all’indomani del regicidio di suo figlio primogenito, Dom Carlos I (da cui prende il nome la Avenida piena di jacarandà tra Santos e São Bento) e di suo nipote erede al trono Dom Luís Filipe de Bragança, primogenito Dom Carlos I. In seguito, la sua salute peggiorerà ulteriormente con la caduta della monarchia.
Con la proclamazione della Repubblica, il 5 ottobre 1910, Maria Pia è costretta a lasciare il Paese dove aveva vissuto negli ultimi 48 anni e ad andare in esilio. Torna nella sua terra natale in Piemonte dove muore l’anno successivo, nel 1911. Viene sepolta nella Cripta Reale della Basilica di Superga a Torino. E’ l’unico membro dela famiglia reale a non essere stato sepolto nel Patheon dei Bragança a Lisbona.
Lisbona
Maria Pia è l’unico membro della famiglia reale portoghese che, dopo l’esilio, non riuscirà mai a “tornare a casa”. Nel febbraio 2017 una petizione per la traslazione in Portogallo dei resti della regina è stata depositata in Parlamento.
A causa del suo carattere bizzarro e della labile salute mentale, pare che al suo rientro in Italia la famiglia reale abbia scelto per lei la Palazzina di Stupinigi. Posizionata in luogo più discreto rispetto a Palazzo Reale, si dice che Stupinigi sia stato spesso luogo destinato ai membri di Casa Savoia dai nervi fragili.
Oltre alla Rosa d’Oro, fu insignita di numerosi titoli e riconoscimenti. Fu Gran Maestra dell’Ordine di Santa Isabella.
A Genova, presso il Palazzo Reale si trovano i due bellissimi busti dele due sorelle Maria Pia e Maria Clotilde, opere dello scultore Santo Varni.
In questo palazzo visse i suoi ultimi anni di vita lo sfortunato fratello minore di Maria Clotilde e Maria Pia Odone di Savoia (il quale morì che non aveva nemmeno compiuto vent’anni). Genova fu scelta probabilmente perché il clima genovese più di quello torinese giovava alla salute compromessa dalla malattia. Oddone qui costituì la sua piccola corte privata, di cui faceva parte anche Santo Varni , che era quasi il suo “padre spirituale”, e che realizzò anche i busti delle due sorelle.
Dietro i due busti ci sono la storia di Oddone, colpito da rachitismo (così si diceva allora, ma il nome della malattia è osteogenesi imperfetta, detta anche “malattia delle ossa di cristallo”, la stessa che portò alla morte il musicista Michel Petrucciani) che lo costrinse a subire cure lunghissime e dolorose operazioni alle ossa..